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giovedì 25 settembre 2014

Incertezza

Finalmente questo lungo periodo di vacanze sta per finire, tra meno di una settimana inizierò la mia nuova vita come matricola di medicina e sono molto entusiasta!

Certo, riflettendo, si tratta di un bel cambiamento nel senso che finché andavo a scuola era come stare su dei binari che indicavano la via, si poteva fare qualche deviazione, ma la strada era sempre chiara.
Ora che inizio l'università entrerò nel mondo dei grandi.. Insomma sembrerà un bestiata, ma sento già la pressione di dover tenere la media alta, entrare in specializzazione (ok, se ne riparla tra più di sei anni, ma mi devo dare da fare!) trovare un lavoro... Ma soprattutto, costruire una famiglia!

Possibile che io ci pensi già adesso? Io mi sento come se avessi appena finito le medie.. Non mi sento adulta, ma neanche da lontano. Con una buona approssimazione direi che la mia adolescenza e' iniziata l'anno scorso, in quinta. Sono ancora ingenua, ho paura di certe situazioni, di andare in macchina la notte e di non avere un progetto preciso.

Non so perché mi abbandoni a certi pensieri, alla fine dovrò solo studiare per i prossimi sei anni, cioè l'unica cosa che so fare. Ma devo iniziare a sondare il terreno, probabilmente e in questi anni che conoscerò mio marito....
Boh, magari sarò strana, ma ho paura di non essere all'altezza, di non essere capace di abbattere quella barriera insormontabile che c'è sempre stata tra me e glia altri. E che ormai ho capito essere io a creare

sabato 13 settembre 2014

Crescere confrontandosi con gli altri

In questi giorni mi sono impegnata a frequentare persone e a coltivare amicizie un po' per sopperire alla sensazione di solitudine, ma sopratutto perché finalmente sto imparando davvero quanto la vita possa essere arricchita dagli altri.
Ecco, in questo ultimo anno credo di aver imparato più cose e fatto più esperienze che in tutta la mia vita. 
Sono sempre stata reticente ad avere contatti con le persone, ho sempre avuto la sensazione di essere troppo diversa ed esclusa (tant'è vero che buffamente mi dicono che ho la sindrome di asperger)
Ora però ho capito che anche se relazionarmi con gli altri non mi è naturale, anche se non sono brava a capire le situazioni o ad esprimere gratitudine per un regalino, ogni persona e' un mondo a se, e può fornire un contributo di pensieri, esperienze e ruoli nella mia vita che andranno poi a formare me stessa come persona. 

Magari sembra un concetto strano ma è così: prendiamo il mio ex, per il quale sono stata felicissima per poi soffrire tanto dopo... Con lui ho imparato come comportarsi in certe situazioni, ho imparato il valore del compromesso e fatto esperienze. Ora non c'è più nella mia vita, ma lascerà sempre quel bagaglio di cose che ho acquisito grazie a lui. Questo era un semplice esempio, ma posso dire la stessa cosa di tutte le persone che ho avuto l'opportunità di conoscere.

Ognuno può regalarci qualcosa, ogni persona rappresenta un piccolo tassello nella costruzione della mia persona e del mio carattere. Rimarrò per sempre affezionata a chi con me ha condiviso i momenti più significativi, belli o brutti che fossero. 

Magari ho capito questo concetto un po' più tardi rispetto agli altri, forse chissà sto vivendo ora la mia pseudo adolescenza, ma come si dice, meglio tardi che mai.
Occorre impegno e dedizione, anzi, per me è davvero un grande sforzo quello che sto facendo per cercare di inserirmi nella società ma più vado avanti e più mi rendo conto quanto ne valga la pena.

martedì 9 settembre 2014

Dolore e Antidolorifici

L'Organzizzazione Mondiale della Sanità definisce il dolore come una sensazione spiacevole provocante sofferenza, che può essere causata da diversi fattori e che può manifestarsi in diverse forme, punti e intensità. Inoltre lo classifica come  patologia e pertanto "deve" essere fatto qualunque sforzo al fine di eliminarlo.

Il dolore e' un problema con il quale convivo tutti i giorni, tutte le ore.. A volte più a volte meno ma ahimè è' una condizione perenne che peggiora notevolmente la mia quotidianità. Ora, cosa abbia il mio ginocchio bionico da protestare tanto non lo so, ma il mio caro fausto pare "esiga di essere sentito" proprio come recita una citazione del film "colpa delle stelle" tanto in voga su facebook in questo giorni (pellicola peraltro che mi rifiuterò di vedere, trovo squallide questi cancer drama).

Ora io ho provato tanti diversi antidolorifici, dai FANS, i comuni antidolorifici come moment, Aulin ecc ecc al contramal che è un oppiaceo sintetico.
Ho studiato parecchio e in futuro potrei decidere di mettere insieme le basi della classificazione di questi farmaci in un post di "divulgazione scientifica".
Ciò che non sono riuscita a capire invece, nonostante abbia letto e riletto linee guida statali, sentito pareri medici e snocciolato studi e trial di ogni tipo e': cosa, e quanto a lungo posso prendere?

In Italia la terapia del dolore si è sviluppata con un notevole ritardo rispetto agli altri paesi (e quando mai..) in quanto un certo limite di dolore e' tradizionalmente concepito come necessario o inevitabile, in linea con la tradizione cristiana del sacrificio e della passione di Cristo (tale credenza e' anche alla basse dello scarso interesse verso il parto indolore nel nostro paese) Io stessa sono comunque reticente a assumere farmaci in continuo, insomma un po' s'ha da soffrire no?

L'ultima pillola che ho provato e' stato un mix tra paracetamolo e contramal, che mi ha permesso di trotterellare su e giù per Gardaland come mai avrei potuto fare! Che fare quindi?

Premesso che:
1. Non voglio diventare dipendente o tossicomane
2. Non voglio procurarmi un'ulcera gastrica da moment
3. Voglio preservare il mio fegato
Rimando la questione al prossimo consulto medico, attendo, sopporto (a volte mi chiedo se sono io che sono troppo pretenziosa o troppo pappamolle) e penso a quanto sarebbe semplice la vita, a quanto migliorerebbe se potessi cancellare con una semplice pillola questo tarlo perenne..