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martedì 9 settembre 2014

Dolore e Antidolorifici

L'Organzizzazione Mondiale della Sanità definisce il dolore come una sensazione spiacevole provocante sofferenza, che può essere causata da diversi fattori e che può manifestarsi in diverse forme, punti e intensità. Inoltre lo classifica come  patologia e pertanto "deve" essere fatto qualunque sforzo al fine di eliminarlo.

Il dolore e' un problema con il quale convivo tutti i giorni, tutte le ore.. A volte più a volte meno ma ahimè è' una condizione perenne che peggiora notevolmente la mia quotidianità. Ora, cosa abbia il mio ginocchio bionico da protestare tanto non lo so, ma il mio caro fausto pare "esiga di essere sentito" proprio come recita una citazione del film "colpa delle stelle" tanto in voga su facebook in questo giorni (pellicola peraltro che mi rifiuterò di vedere, trovo squallide questi cancer drama).

Ora io ho provato tanti diversi antidolorifici, dai FANS, i comuni antidolorifici come moment, Aulin ecc ecc al contramal che è un oppiaceo sintetico.
Ho studiato parecchio e in futuro potrei decidere di mettere insieme le basi della classificazione di questi farmaci in un post di "divulgazione scientifica".
Ciò che non sono riuscita a capire invece, nonostante abbia letto e riletto linee guida statali, sentito pareri medici e snocciolato studi e trial di ogni tipo e': cosa, e quanto a lungo posso prendere?

In Italia la terapia del dolore si è sviluppata con un notevole ritardo rispetto agli altri paesi (e quando mai..) in quanto un certo limite di dolore e' tradizionalmente concepito come necessario o inevitabile, in linea con la tradizione cristiana del sacrificio e della passione di Cristo (tale credenza e' anche alla basse dello scarso interesse verso il parto indolore nel nostro paese) Io stessa sono comunque reticente a assumere farmaci in continuo, insomma un po' s'ha da soffrire no?

L'ultima pillola che ho provato e' stato un mix tra paracetamolo e contramal, che mi ha permesso di trotterellare su e giù per Gardaland come mai avrei potuto fare! Che fare quindi?

Premesso che:
1. Non voglio diventare dipendente o tossicomane
2. Non voglio procurarmi un'ulcera gastrica da moment
3. Voglio preservare il mio fegato
Rimando la questione al prossimo consulto medico, attendo, sopporto (a volte mi chiedo se sono io che sono troppo pretenziosa o troppo pappamolle) e penso a quanto sarebbe semplice la vita, a quanto migliorerebbe se potessi cancellare con una semplice pillola questo tarlo perenne..



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